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Amarone 2013… in anteprima

Palazzo della Gran Guardia, Verona – 28 gennaio 2017


Ogni anno, a fine gennaio, Anteprima Amarone, tra i primi eventi en primeur italiani, porta nei bicchieri il rosso veronese che tanti successi ha mietuto, soprattutto all’estero, negli ultimi 20 anni.

L’annata proposta in questa edizione, la 2013, è stata un’annata da 300.000 ql di uva posti ad appassire, per una produzione in bottiglie che ha raggiunto quota 16 milioni.

Caratterizzata da una primavera fredda e piovosa, con conseguente ritardo nel germogliamento, è poi proseguita con un’estate calda che ha favorito il recupero. Il periodo della vendemmia è caduto nella media e le uve portate nei fruttai hanno mostrato alti livelli di tannini e polifenoli. L’appassimento è stato lento ed equilibrato.

Risultato nel bicchiere? Gli 83 vini disponibili in degustazione, sia alla cieca che scoperti, hanno dato certamente la possibilità di farsi un’idea. Forse non precisissima, visto l’alternarsi di campioni di botte con vini già imbottigliati.

Tuttavia pare di poter dire che oggi l’Amarone stia diventando un vino meno esasperato, più attento ad un risultato che sia elegante più che eclatante. Il colore si è fatto meno concentrato, i profumi meno dominati dall’appassimento, al palato, pur nella potenza, c’è maggiore controllo.

Pur rimanendo un grande vino rosso da abbinare a secondi piatti importanti, volendo anche un vino da meditazione, ha guadagnato negli ultimi anni in bevibilità. Nell’intelligente intervento di Philippe Daverio, proposto ad una platea gremita, l’Amarone diventa un pezzo della tradizione barocca italiana, ancor più precisamente del barocchetto veneziano avanzato, partecipe di quel gusto per “qualsiasi cosa che sia leggermente troppo, un troppo che a noi non basta mai”.

Sceso nella sala dove è stato possibile assaggiare le annate storiche delle 78 cantine partecipanti, la messa a fuoco della grandezza dell’Amarone è risultata più facile ed evidente. Spaziando tra annate dal 2012 al 2006, ho provato quanto l’evoluzione in bottiglia giovi all’Amarone ampliandone il potenziale sensoriale. Il colore rimane ben saldo, anche dopo anni, al più di fa translucido, i profumi esplodono in ampiezza, il gusto si fa complesso, persistente e gratificante.

Alcuni amaroni coup de coeur, senza voler mancare di rispetto ad alcuno, non essendo stato fisicamente possibile assaggiare tutti i vini presenti: Corte Rugolin Monte Danieli 2011, Le Guaite di Noemi 2007, Massimago 2011, I Campi Campo Marna 500 annata 2006, Ca’ de Frati Pietro dal Cero 2010, Gamba Campedel 2010, Albino Armani Cuslanus 2008, Le Bignele 2010, Le Marognole Campo Rocco 2012 e Boscaini Carlo San Giorgio 2012.

Ein Prosit!

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